domenica 10 maggio 2009

OLTRE IL CRIMINE

Devianza: tra passato e presente

Immagine dei diversi volti che rientrano nella categoria de "L'omo delinquente" delineata da Lombroso


“Ognuno di noi riunisce il sé, il cielo e l’inferno”. Partendo da questa citazione di Oscar Wilde, vorrei proporre a voi lettori una riflessione, per cercare di delineare la storia e l’evoluzione del concetto di devianza, introdotto per la prima volta nel linguaggio sociologico per consonanza con il termine statistico di deviazione, ma che nella sua applicazione ai comportamenti umani, risulta ancora troppo complesso e difficile da definire, poiché caratterizzato dalla compresenza di più fattori.



La prima proposta, a partire da Lombroso e dal positivismo criminologico, evidenzia l’esistenza di una forte correlazione tra le condotte devianti e alcuni tratti somatici o anomalie del corredo cromosomico; come possiamo dedurre, quindi, l’elemento caratterizzante di questo filone è la questione dell’ereditarietà nello sviluppo della delinquenza, che si traduce nel concetto di atavismo.

Ancora oggi verso Lombroso vengono mosse forti critiche, ma allo stesso tempo, a mio avviso, possiamo considerarle un interessante spunto di riflessione per la nostra società.
Immaginiamo di applicare le teorie lombrosiane; possedendo un piccolo libricino saremmo tutti in grado di individuare i delinquenti: si verificherebbe il delirio! Tutti diventeremmo possibili agenti di sicurezza, ma i margini di errore forse sarebbero un tantino differenti rispetto al lavoro delle forze dell’ordine!
Chi non comprerebbe un depliant dove vengono esposte le possibili caratteristiche fisiche di un criminale? Considerando il grande interesse che pervade la società contemporanea, rispetto alla cronaca nera, credo nessuno.

Potremmo essere tutti potenziali delinquenti: possedete un tatuaggio particolare, avete la mascella esposta, la forma degli occhi di un certo tipo?! Bene, comprate “L’uomo delinquente” di Lombroso e scoprirete a che tipologia di crimine potreste essere annessi.

Quante volte, camminando per strada, guardandoci intorno in metropolitana o in autobus, abbiamo esclamato:” Quell’individuo mi appare sospetto?!”
Forse Lombroso non aveva poi tutti i torti, ma sicuramente si tratterebbe di istinto, di una sensazione, non di una generalizzazione vera e propria.
Resta a voi lettori, a questo punto, riflettere su quanto il pensiero di Lombroso sia attuale o meno, ma soprattutto chiedervi: se le sue teorie fossero state prese sul serio, cosa sarebbe successo?!

Oscar Wilde, 2003,” Il ritratto di Dorian Gray”, Milano, Mondadori

Clizia Piras

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